venerdì 20 gennaio 2012

Jota Triestina


Avevo già accennato, mi pare, al fatto che la mia auto non è propriamente uno degli ultimi modelli usciti sul mercato. Il fatto è che nella top ten delle mie attività preferite la guida non figura proprio. Per essere più precisi, si trova all'ultimo posto della top 1000
di conseguenza dell'auto non me ne è mai importato un granché. La mia definizione di automobile è "veicolo con 4 ruote e un motore, per condurre il quale occorre avere la patente" ed eccezion fatta per le prime due macchine, ho sempre riconosciuto i miei automezzi dalla targa (con qualche brutta figura seminata qui e là). Ho sempre posseduto auto di seconda mano e le ho sempre tirate fino all'ultimo rantolo, quando erano pronte per spirare tra le braccia del demolitore. 

Anche il Catorcino, come lo chiamavo affettuosamente (o Vecchio Catorcio, come lo chiamava il Dolce Principe), ha seguito la stessa sorte dei suoi predecessori. L'inizio della fine è cominciato quando l'autoradio ha smesso di funzionare. Un annetto dopo anche la chiusura centralizzata ha cominciato a fare le bizze: ogni volta che pioveva si azionava automaticamente, aprendo e chiudendo freneticamente le portiere fino a quando la batteria non si scaricava, motivo per cui ho dovuto farla disabilitare dall'elettrauto. Il Catorcino si è vendicato dell'affronto chiudendo risolutamente le portiere posteriori, così che per aprirle occorreva fare leva dall'interno passando per lo sportello anteriore e nel contempo premere la maniglia e tirare dall'esterno. Dopo qualche anno di questo maneggio, il Catorcino ha trovato il modo di tenere saldamente chiuse le portiere posteriori, senza possibilità alcuna di aprirle e a quel punto è entrata in campo la grande capacità di contorsionismo della Pulcetta, che ogni volta che la portavo in giro si arrampicava tra i due sedili anteriori prima di arrivare a quello posteriore. Abbiamo continuato così ancora per qualche anno, fino a quando un paio di mesi fa il finestrino dal lato del guidatore, comandato elettricamente, non ha rifiutato di aprirsi. Restava solo il finestrino del lato passeggero e mi stavo giusto chiedendo quanto tempo sarebbe passato prima che entrasse in sciopero pure quello, quando mi è capitata l'imperdibile occasione di acquistare un'auto usata in ottime condizioni a un buon prezzo. L'acquisto ha segnato la fine del Catorcino, che ho portato a rottamare con non poco rimpianto e mezzo serbatoio di benzina che non sono riuscita a recuperare.  
Ma il più dispiaciuto di tutti nell'apprendere della rottamazione del Catorcino è stato lui, il Dolce Principe: "Zia, ma hai comperato una macchina nuova? Che peccato, adesso non ti posso prendere più in giro sul tuo Vecchio Catorcio!
Non preoccuparti amore, sono certa che troverai altri spunti...

Ma basta con i discorsi tristi: parliamo della ricetta di oggi, che fa parte del nuovo progetto delle (St)renne legato alle zuppe della tradizione. Nel corso della settimana siete già passati da Ale e Dani, Annalù e Fabio, Stefania e Flavia
Oggi tocca a me proporre una zuppa, e questa è proprio speciale. La ricetta è di Giorgio e Valeria, la coppia più simpatica e fuori di testa dell'MTChallenge, e io ho avuto l'immenso piacere di gustarla, preparata dalle loro abili mani, un paio di anni fa. E' una minestra robusta, fatta apposta per contrastare il gelo polare di questi giorni, e l'ho gustata con immenso piacere. E' più buona il giorno dopo e l'ideale per prepararla sono i fagioli borlotti di Lamon, che hanno la caratteristica di rimanere perfettamente integri anche dopo ore e ore di cottura. Se però non trovate i preziosi legumi, o se il loro prezzo è un po' fuori dalla portata delle vostre tasche (io ho trovato una confezione da 300 g a € 4,50), sostituiteli con dei fagioli borlotti normali.
Essenziale alla preparazione è la carne affumicata di maiale, stinchetto o costine. Se non trovate questa lasciate perdere e non cedete alla tentazione di sostituirla con lo speck, che perde tutto il suo sapore in cottura.


JOTA TRIESTINA
(Di Giorgio e Valeria)

Per 4 persone:

500 g crauti al naturale
300 g stinchetto di maiale affumicato (oppure costine di maiale affumicate)
100 g lardo a fette sottili
2 patate tagliate a pezzi
1 cipolla
5-6 spicchi d’aglio
2 foglie alloro
Sale
Pepe
1 pizzico di semi di Kummel (cumino dei prati)
Olio extravergine di oliva
Farina 00


Mettere a bagno i fagioli per una notte, poi scolarli, lavarli e farli cuocere in abbondante acqua insieme all’alloro e alla carne affumicata. Dopo mezz’ora dall’ebollizione aggiungere le patate tagliate a pezzetti e portare a cottura.

In una pentola di coccio mettere a rosolare l’aglio insieme a metà del lardo tagliato a pezzetti per facilitarne lo scioglimento. Aggiungervi un po’ di farina 00 (io ne ho messo un cucchiaione abbondante) e stemperarla, poi unire i crauti scolati e sciacquati, il cumino, sale e pepe. Far cuocere per un’ora abbondante, aggiungendo se necessario l’acqua di cottura dei fagioli.
Se non si dispone di una pentola di coccio abbastanza capiente da contenere la zuppa, usarla solo per soffriggere l’aglio e poi passare tutto in una seconda pentola per portare a cottura i crauti. Il coccio infatti distribuisce il calore in maniera più dolce e uniforme e non fa bruciare gli spicchi d’aglio.

Mentre i crauti cuocciono far fondere in un’altra pentola di coccio il restante lardo insieme a qualche cucchiaiata di olio d’oliva. Tritare finemente la cipolla e farla andare in olio e lardo per mezz’ora a fuoco dolce, poi addensarla con un altro cucchiaio di farina.

Nel frattempo i fagioli si sono cotti: prelevarne la metà e passarli al setaccio (così dice la ricetta; io li ho frullati perché non ho un setaccio da fagioli). Prelevare anche la carne affumicata e sfilacciarla, buttando via l’osso.
Rimettere nella pentola dei fagioli rimasti la purea di fagioli, la carne affumicata, i crauti ormai cotti e la cipolla crogiolata nel lardo. Cuocere a fuoco lento per un paio d’ore, poi aggiustarla di sale e pepe (ed eventualmente di densità) e farla raffreddare, per servirla a media temperatura.

Se servita il giorno dopo è ancora più buona.


La prossima settimana saremo ancora noi (St)renne fondatrici a pubblicare le nostre ricette, ma la quarta settimana vedrà scendere in campo le (St)renne per un mese Greta, Eleonora, Loredana, Simonetta e Mai, che hanno vinto il relativo contest di Stefania. Anche voi potete partecipare pubblicando entro il 4 febbraio una ricetta di zuppa della tradizione gluten-free e postando il link da Stefania. Che aspettate? Mano al mestolo! 😄 

13 commenti:

  1. Anche la mia di macchina ha iniziato a protestare, per ora uno sportello si rifiuta di obbedire alla chiusura centrlizzata, rimanendo rigorosamente chiuso...da ieri la chiusura centralizzata non va più...cosa mi aspetta ancora???
    Meglio consolarsi con una zuppa, va!
    ciao loredana

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    1. Ti aspetta un decadimento progressivo purtroppo... :-(
      Posso mandarti un piatto di jota a titolo di consolazione? ;-).

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  2. Grande Mapi!!! Un abbraccio da me e dallo 'scef' Giorgio!!!

    Valeria

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    1. Grandi voi due, Vale e Giorgio: la vostra ricetta è assolutamente strepitosa!!! :-9

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  3. Che particolare questa minestra, complimenti e grazie per avercela fatta conoscere! E... in bocca al lupo per il prossimo "catorcino"! :°)

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    1. Grazie Raffaella! :-)
      Il prossimo catorcino... spero che non diventi un catorcino per un bel po'! ;-)

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  4. La mia Twingo si Chiama "Priscilla" la regina del lodigiano! In prattica è un pistachio senza guscio e con le ruote, ma anche se è vecchia e arruginita non la cambio fino che lei non mi lasci, è stato amore a prima vista... come è successo la prima volta che ho sentito parlare della carne affumicata...
    dove si trova? Anche se ho paura della risposta...
    Zuppa inebriante mmmmmmmmm!

    besos

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    1. Hahahaha Mai! Pure il Catorcino si chiamava Clémentine... fino a quando le sue pietose condizioni non ne hanno causato il cambio di nome. ;-)
      La carne affumicata si trova tranquillamente nei Bennet, al banco della carne. Se non sbaglio ce n'è uno vicino a casa tua, altrimenti fammelo sapere che te la procuro e ci vediamo in centro a Milano per la consegna.

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  5. non conoscevo la jota questa bella minestra sostanziosa, hai ragione è perfetta per questo freddo :P
    ps sono d'accordo l'auto è solo un oggetto che serve a spostare persone e cose :)
    buon we

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    1. Che bello scoprire di non essere la sola a pensarla così sull'auto!!! :-D

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  6. Me la ricordo eccome la Jota di Giorgio e Valeria e devo dire che la tua è venuta identica...peccato non poterla assaggiare...vorrà dire che mi prenoto per la prossima volta ;-)
    Baci
    Anna Luisa

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  7. Avendo avuto il fattore B di assaggiare quella fatta dai Giowall in persona...non posso che farti un grande applauso!!!! :D , xoxoxoxo Flavia

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